Elena Dumitru, Direttrice ENplus®, guarda all’anno passato e riflette sulle prospettive future

 

Il 2024 sta volgendo al termine e lascia spazio a valutazioni di retrospettiva e a riflessioni sul futuro. Ne parliamo con Elena Dumitru, Direttrice internazionale dello schema ENplus®.

 

Negli ultimi anni il mercato del pellet ha dimostrato un certo livello di imprevedibilità e un forte dinamismo. Quali sono stati gli effetti sullo schema di certificazione?

Credo che in queste condizioni di mercato disporre di una certificazione di qualità sia ancora più importante, perché le persone cercano stabilità, garanzie e sostegno. ENplus® è presente sul mercato da quasi 15 anni e continua a mostrare un trend di crescita piuttosto stabile, continuando a migliorare la qualità del pellet e a fornire informazioni e strumenti per individuare efficacemente il pellet di qualità.

La produzione certificata quest’anno dovrebbe superare le 14,5 milioni di tonnellate, con una domanda in crescita al di fuori dei confini europei. Il numero totale di aziende certificate assomma a 1300, con diverse domande di certificazione pendenti da parte di nuove aziende desiderose di ottenere la certificazione.

La protezione del marchio rimane in cima ai nostri obiettivi e ci adoperiamo molto per ottenere questo risultato: quest’anno abbiamo risolto oltre 200 casi di frode e contraffazioni.

Nel corso dell’anno abbiamo anche accolto due nuovi Organismi di certificazione che offriranno alle aziende ulteriori opportunità di scelta del proprio Organismi di valutazione della conformità.

Posso quindi affermare che lo schema di certificazione ha mantenuto e rafforzato la sua importanza e il suo ruolo anche in questi anni segnati da un certo dinamismo nel mercato del pellet.

 

Gli standard ENplus® sono stati revisionati due anni fa. Qual è il tuo giudizio sul periodo di transizione?

L’ultima revisione dello schema ha tenuto in considerazione i commenti ricevuti da un’ampia gamma di portatori d’interesse, e mirava ad adattare ulteriormente lo schema alle esigenze del mercato e dei suoi protagonisti, oltre che a migliorare diversi aspetti di gestione interna dello schema.

Il periodo di transizione per i requisiti principali è durato un anno, o anche più in alcuni casi specifici, per dare la possibilità a tutti gli stakeholder di compiere i passi necessari a conformarsi ai nuovi requisiti.

Sono stati fatti molti sforzi per comunicare le nuove modifiche e garantire la corretta comprensione delle azioni che ciascuno stakeholder avrebbe dovuto compiere per allinearsi agli standard: dall’organizzazione di workshop ai corsi di formazione e webinar, fino al rilascio di diversi documenti di supporto, come template, elenco delle modifiche, standard tradotti, brochure informative, ecc.).

Due anni dopo, tutte le aziende sono già state verificate in base ai requisiti revisionati e hanno dovuto dimostrare la propria conformità ad essi. Anche la natura stessa delle modifiche ne ha facilitato l’applicazione: ad esempio, i requisiti sono più chiari e focalizzati, le frequenze e i parametri di auto-monitoraggio sono spiegati meglio, l’uso del marchio è descritto in modo più esteso e tutti i documenti di certificazione ora possono essere archiviati e consultati in un’unica piattaforma digitale, che ci ha permesso di facilitare molti processi di gestione dello schema.

Ci sono stati certamente alcuni requisiti più impegnativi di altri, come l’aggiunta del numero di serie (codice lotto) sui sacchi, che permette di individuare il soggetto responsabile, la data e il luogo di confezionamento del pellet. Questo requisito ha beneficiato di un periodo di transizione più lungo (2 anni).

Come al solito, è possibile vedere e valutare il funzionamento delle novità solo quando si inizia a metterle in pratica. Il periodo di transizione è stato quindi utile per individuare quei requisiti che necessitavano di ulteriori chiarimenti o modifiche: abbiamo raccolto senza sosta le osservazioni dei diversi stakeholder e abbiamo rilasciato una serie di Domande & Risposte (FAQ).

Credo davvero che ormai i requisiti ENplus® revisionati non siano più “nuovi”, e che le aziende certificate abbiano familiarizzato con essi e abbiano ricevuto il supporto necessario alla loro attuazione. Questo vale anche per gli altri soggetti che operano all’interno dello schema, come gli Organismi di certificazione.

 

Cosa c’è in programma nel futuro ENplus®?

Al momento, ENplus® è lo schema leader nel mondo per la certificazione di qualità del pellet di legno, e intendiamo continuare a lavorare per mantenere questa reputazione e migliorare ulteriormente lo schema.

Il prossimo passo per lo schema ENplus® è il suo riconoscimento da parte della Cooperazione Europea per l’Accreditamento, che permetterebbe agli organismi di certificazione di essere accreditati specificamente sugli standard ENplus®. Durante il processo di revisione, il nuovo schema è stato riorganizzato e riscritto anche con l’obiettivo di ottenere questo riconoscimento.

Inoltre, sono in fase di sviluppo nuovi strumenti come l’app ENplus® per smartphone, che supporterà gli utenti finali e i professionisti del settore nel verificare se un’azienda è certificata o meno, o se è inserita nella “lista nera” per l’abuso del marchio. Questa app è già disponibile e sarà sviluppata ulteriormente con una funzione che consenta agli utenti di scansionare i sacchi di pellet con la propria fotocamera e controllare se essi siano approvati ENplus®, o meno.

Per quanto riguarda i requisiti ENplus®, prevediamo lo sviluppo di nuovi documenti-guida, per rispondere alle esigenze di chiarimento o di supporto nell’attuazione dei requisiti.

Per me è davvero importante che ENplus® continui a portare valore aggiunto alle aziende certificate, ai loro prodotti e al loro sistema di gestione della qualità, ma in generale anche al mercato del pellet, come contributo alla riduzione della nostra impronta carbonica.

 

Cosa ti auguri per il 2025?

Penso che tutti i professionisti del settore del pellet desiderino un inverno freddo…

Al di là di questo, penso che dovremo senz’altro continuare a sensibilizzare i consumatori sull’uso del pellet di alta qualità e sul suo potenziale, perché rileviamo ancora una certa mancanza di comprensione a diversi livelli, sia da una parte dei consumatori sia dei decisori politici.

Mi auguro anche che si sviluppi un quadro normativo e finanziario adeguato, che incoraggi e sostenga i consumatori a passare al pellet.