Daniela Espinoza (ACHBIOM) e il mercato del pellet in Cile

Qualche settimana fa, l’Ufficio internazionale ENplus® ha organizzato un webinar per le aziende cilene del pellet, in collaborazione con ACHBIOM – Asociación Chilena de la Biomasa. Oggi approfondiamo le specificità del mercato cileno dei pellet con la Direttrice generale dell’associazione, Daniela Espinoza.

Quali sono le principali attività dell’associazione? Quanti membri ha?

L’Asociación Chilena de Biomasa (ACHBIOM) è un’organizzazione che riunisce 35 aziende dell’intera catena di valore della biomassa: produttori di biomassa, produttori di pellet, fornitori di servizi, produttori di energia e fornitori di attrezzature.

La nostra missione è promuovere lo sviluppo sostenibile dell’industria della biomassa. La nostra visione è posizionare la biomassa come combustibile sostenibile e motore di sviluppo economico locale.

Collaboriamo attivamente con istituzioni pubbliche, inclusi il Ministero dell’Energia, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Agricoltura, oltre che con altre associazioni di settore.

Le nostre attività chiave includono il monitoraggio del mercato dei biocombustibili solidi in Cile (soprattutto quello del pellet), il monitoraggio delle iniziative legislative, delle politiche pubbliche e dei programmi governativi che possono avere impatto sul mercato della biomassa, e la realizzazione di campagne educative per promuovere l’uso responsabile della biomassa e il suo ruolo nella decarbonizzazione.

 

Com’è il mercato locale del pellet di legno? Ci sono molte aziende coinvolte nella sua produzione? È un mercato emergente?

Come associazione, rappresentiamo 16 aziende produttrici di pellet che, nel loro insieme, rappresentano circa l’80% della produzione nazionale. Nel 2024, la produzione annua di pellet in Cile è stata di circa 220.000 tonnellate. La maggior parte del pellet è prodotta usando materia prima proveniente dal settore forestale, prevalentemente da Pinus radiata.

Il mercato del pellet è in una fase di consolidamento. Alcune aziende producono pellet da oltre dieci anni e ogni anno nascono nuovi impianti di produzione di varie dimensioni, specialmente nel Centro e nel Sud del Cile. Per il riscaldamento domestico, il pellet è considerato un’alternativa pulita, rinnovabile e competitiva nei costi.

 

Il Cile esporta pellet di legno o i volumi sono utilizzati principalmente per consumo interno?

Quasi tutta la produzione di pellet in Cile viene consumata internamente. Sebbene alcune aziende abbiano capacità di esportazione, i volumi attuali di export rimangono molto bassi.

 

Esistono sostegni governativi per lo sviluppo del mercato del pellet? E qual è la situazione rispetto a regolamenti o requisiti di qualità o sostenibilità?

Attualmente non ci sono sussidi diretti ai consumatori di pellet in Cile. Tuttavia, tramite l’Agenzia nazionale di sviluppo (CORFO) sono disponibili programmi di finanziamento per le aziende. Inoltre, il Ministero dell’Energia, tramite l’Agenzia per la sostenibilità energetica, sta attuando un programma di sostegno per produttori di pellet e legna da ardere chiamato Centros Integrales de Biomasa (Centri integrati di biomassa). Questa iniziativa mira ad aumentare l’offerta di biocombustibili solidi nel Paese.

Sul fronte normativo, è in corso l’elaborazione della Legge sui biocombustibili solidi: un regolamento che definirà gli standard di qualità e i requisiti di mercato per il pellet.

Esiste anche una norma tecnica cilena sul pellet di legno, che però non è obbligatoria per i produttori. Inoltre, il Ministero dell’Ambiente sta lavorando su un nuovo standard per le emissioni degli apparecchi alimentati a legna e pellet: tale normativa stabilirà i limiti d’emissione per stufe, bruciatori e cucine a legna.

 

Negli ultimi mesi si è osservato un maggior numero di aziende cilene che richiedono la certificazione ENplus®. A cosa è dovuto questo trend? È plausibile che continuerà?

In assenza di una normativa nazionale obbligatoria sulla qualità del pellet, alcune aziende hanno scelto la certificazione ENplus® per accedere a mercati ulteriori rispetto al riscaldamento domestico. Questa certificazione è particolarmente rilevante per l’export e per entrare in segmenti istituzionali o industriali che richiedono una verifica della qualità di terza parte.

Crediamo che questa tendenza continuerà, poiché le aziende puntano a migliorare la qualità del prodotto, a differenziarsi e a prepararsi per mercati più esigenti.